23 lug 2009

Costantino Nivola


Nato a Orani nel 1911.

È manovale nell’adolescenza: primo importante approccio con calce, pietra, terra e sabbia.
Con Mario Delitala, pittore nativo di Orani, inizia l’apprendistato artistico. L’occasione è la decorazione degli ambienti dell’Università sassarese, nel 1929. Il soggiorno cittadino apre al ragazzo l’agognata finestra su una realtà differente da quella sinora vissuta.



Lascia Orani nel 1931 alla volta dell’ Istituto Statale per le Industrie Artistiche (ISIA) di Monza. Il penultimo anno di studi arriva Ruth Guggenheim: la sua cultura ebraico-tedesca, romantica e filosofica, trova immediate affinità col giovane Nivola, instaurando un legame che li terrà uniti da lì in avanti.


La fine degli studi, il matrimonio, l’impiego nell’ Ufficio Grafico della Olivetti, precedono la fuga dall’Italia causata dalle leggi antisemite. La coppia si trasferisce a Parigi e poi a New York, dove la loro abitazione definitiva, a Long Island, sorge vicina a quella di Jackson Pollock e di Willem De Kooning.

Conosce Le Corbusier con il quale nasce un intenso scambio di idee e di esperienze.


Mette a punto la tecnica della colata di cemento sulla sabbia modellata, sand-casting, con la quale esegue grandi pannelli decorativi per importanti edifici: showroom Olivetti a New York, Mutual Hartford Insurance Company nel Connecticut, Harvard University, McCormick Plaza Exposition Center di Chicago e Yale University.

Nel 1958 per le strade di Orani allestisce una mostra di sculture e decora con un grande graffito la facciata della chiesa della Madonna d’Itria. Per Nuoro realizza, nel 1966, una piazza-monumento dedicata al poeta Sebastiano Satta.

Il suo impegno artistico si divide tra esposizioni e commissioni per interventi in edifici pubblici e privati e incarichi d’insegnamento nelle Università di Berkeley e di Harvard. Alla fine degli anni Ottanta realizza le sculture del nuovo Palazzo del Consiglio Regionale a Cagliari. Muore il 5 maggio 1988 nella sua casa di East Hampton, lasciando “nipoti americani”.

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