28 gen 2010

Transition town - concetti base (3)


Resilienza.
In ecologia la resilienza è la capacità di un sistema di adattarsi e sopravvivere a eventi esterni anche di tipo fortemente traumatico. Più il sistema è resiliente più grande è il trauma che riesce a superare senza degenerare. Nelle attività di Transizione la resilienza è la capacità di una comunità di affrontare le difficoltà e i cambiamenti derivanti dal raggiungimento del Picco del Petrolio (riduzione della disponibilità di energia, problemi economici e finanziari, difficoltà di approvvigionamento di cibo, deficit di servizi fondamentali) senza subire traumi e degenerazioni.

27 gen 2010

...barba, capille e ppalluccella ‘mmocca

..... specialmente nell’espressione serví ‘e barba etc.

Ad litteram: barba, capelli e pallina in bocca specialmente nell’espressione servir di barba etc.
Cosí, un tempo, veniva indicato il “servizio” completo offerto dai barbitonsori girovaghi, che per pochi soldi servivano il cliente di rasatura di barba e taglio di capelli, offrendo per sopramercato al cliente una piccola sfera che inserita in bocca e trattenuta tra denti e guancia, consentiva a questa di tendersi in maniera da favorire la rasatura; la sfera offerta, naturalmente monouso, era costituita o da una piccolissima mela che, terminata la rasatura veniva mangiata, o da un congruo confetto (pralina), (ricoperto da una friabilissima glassa zuccherina), prodotto in quel di Sulmona, confetto che, assolta la sua funzione, veniva mangiato.
Oggi l’espressione in epigrafe è usata da chi voglia significare che il suo comportamento, nei riguardi del destinario della locuzione, non è suscettibile di miglioramento in quanto è un comportamento pieno e completo in ogni sua parte o manifestazione.

contadini per caso


una ricerca di Nomisma, che ha intervistato 4000 abbonati del periodico “Vita in campagna” ha tracciato il profilo dell’hobby farmer italiano:

La compagine degli hobby farmer è molto variegata: impiegati, liberi professionisti, lavoratori autonomi, dipendenti pubblici, operai, pensionati. Tutti sono accomunati dalla passione di coltivare e praticare l’attività agricola, al fine di ottenere prodotti per l’autoconsumo familiare o da regalare agli amici, ma anche per stare all’aria aperta, per risparmiare nell’acquisto di derrate alimentari o consumare prodotti più sani e genuini.
Le coltivazioni più praticate riguardano ortaggi, frutta, vite e olivo e, molto spesso, sono accompagnate da processi di trasformazione (confetture e marmellate, conserve, vino, olio) – ovviamente su piccola scala - e in qualche caso anche da piccoli allevamenti. Le dimensioni medie dei terreni coltivati non sono marginali e si aggirano su circa 1,3 ettari (spesso comprendenti anche parti a bosco).
Insomma, per molti connazionali, il classico sogno del “fazzoletto di terra” da coltivare con le proprie mani sembra essere divenuto una realtà. I vantaggi, attenzione, non sono solo di tipo economico e non ricadono solo sul coltivatore per hobby.
Spiega Nomisma: Si tratta di benefici (o, più tecnicamente “esternalità”) sottostimati o addirittura non riconosciuti dal punto di vista collettivo - alla luce della mancanza di rilevazioni statistiche ufficiali – che però permettono, assieme al contributo preponderante dell’attività propriamente agricola, una conservazione degli spazi rurali i cui vantaggi finiscono con il ricadere sull’intera popolazione.

26 gen 2010

il vento e l'ambiente

Eolico, fotovoltaico: perché è necessario pianificare di Vittorio Emiliani, su L'Unità, 24 gennaio 2010

A Urbania, l’antica Casteldurante del Ducato di Urbino, si è votato domenica sull’installazione di 24 pale eoliche, alte 120 metri, sui monti soprastanti: clamorosamente l’81 % degli elettori ha votato “no” dopo un dibattito vivo, ricco di informazioni. Le obiezioni che hanno fatto breccia: si tratta di paesaggi molto belli e integri dove turismo e agriturismo cominciano a rendere, di terreni franosi, di un ecosistema assai delicato, popolato da specie animali e vegetali pregiate e così via. Un voto contro l’eolico?
No, un voto per un eolico pianificato in modo attento, da installare dove vi siano le condizioni ambientali e paesaggistiche, fuori dalle zone tutelate. Un segnale preciso rivolto ai politici marchigiani, in generale a istituzioni che riluttano ormai a pianificare anche l’uso dei beni irriproducibili dando via libera al business speculativo.

L’eolico ha conosciuto una diffusione sregolata. I megawatt di potenza eolica installata sono 4.850 (1.114 soltanto nel 2009). Ottenuti però con un numero assai elevato di pale gigantesche (100-120 metri), soprattutto nel Sud dove cominciano a levarsi proteste, richieste di moratoria. Tale diffusione è avvenuta ovunque i Comuni più indebitati si rendessero disponibili alle proposte, lì per lì allettanti, di procacciatori di affari e di aziende. Salvo pentirsi perché il rumore e il movimento delle pale fa fuggire animali, insetti e... turisti. Spesso residenziali, magari stranieri (anche dai monti di Urbania hanno minacciato di andarsene). Diano le Regioni il buon esempio creando tavoli comuni con le associazioni, a cominciare dagli agricoltori.
Fra l’altro, in Italia, i venti non sono forti, né, soprattutto, costanti. La loro intensità – a parte alcune zone di Sicilia e Sardegna – è la metà circa di quella misurabile in Danimarca, in Scozia o in Irlanda. Tante pale e poca energia. Bisogna quindi studiarne, con le Soprintendenze, la compatibilità con paesaggi spesso arricchiti da colture di pregio. Nel caso di Scansano (Grosseto), patria del vino Morellino, il parco eolico, poi bocciato, a cose fatte, dal Tar su ricorso di un grande produttore vinicolo, era chiaramente fuori posto. Non lo sarebbe stato nel paesaggio industriale di Piombino o di Livorno. Non lo sarà nel porto di Savona dove la locale Autorità progetta di rendersi con l’eolico autonoma per una serie di consumi. Non lo sarebbe nelle zone industriali attive o dismesse. Problemi che si pongono, sia pure in minor misura, per il fotovoltaico (ben più adatto a noi) se gli impianti maggiori non verranno sottoposti a pianificazione. La potenza installata è di oltre 800 megawatt, raddoppiata in un anno, sia pure con incentivi. Bisogna continuare, e però pianificando con rigore. Non dobbiamo giocarci il Belpaese. Valore “in sé” , ma pure economico.

Transition Town - concetti base (2)


Riscaldamento Globale (Global Warming)

La teoria del riscaldamento globale rileva un progressivo innalzamento della temperatura media del pianeta e attribuisce questo fenomeno all’emissione da parte dell’uomo di enormi quantità dei cosiddetti gas-serra. Le emissioni sono conseguenze di moltissime attività umane. Sotto accusa sono i motori a combustione, i processi industriali, i sistemi di produzione di energia partendo da fonti fossili, ma anche l’allevamento intensivo di alcune specie animali come i bovini. In particolare la CO2 (anidride carbonica) viene considerata la maggiore responsabile delle variazioni di temperatura che stiamo sperimentando. Ne consegue che per combattere il Riscaldamento Globale andrebbero ridotti tutti i processi che immettono CO2 nell’atmosfera e incentivati quelli che invece che la sottraggono (es. rimboschimento).

25 gen 2010

polentata scout


Sono stato sotto la loro tenda e mi sono scaldato con il loro entusiasmo e la voglia di conoscere la nostra storia, mentre fuori c'erano 10 gradi sotto zero. Mi sono iscritto alla sezione, o meglio: ho presentato la domanda, e ho pagato comunque la quota annuale, aggiungendo un obolo in sovràppiù (come di solito fanno i papà). Chissà se decideranno di accogliermi.
Ho ascoltato le loro idee sulla costruzione della nuova sede e ho guardato il progetto che intenderebbero realizzare, spendendo, ahimè, una grossissima cifra, ma che è comunque insufficiente a realizzare la costruzione. Ho promesso che continuerò a occuparmi anche del loro blog, cercando di migliorarlo e di farlo conoscere in giro; gli anziani, sparsi per l'Italia e per il mondo, forse, hanno conoscenze personali che possono contribuire, non solamente con i soldi, ad aiutarli nella realizzazione del loro progetto.
E' importante che questo avvenga anche perchè, nella desolazione della città, qualsiasi punto di aggregazione può servire a richiamare gli aquilani e convincerli a rimanere.
Ho mangiato la polenta col sugo di salsiccia, sulla spianatora, che era buonissima ma, soliti boyscout, avevano dimenticato di mettere il sale nell'acqua....
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