di Anne Hamilton
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| Scomparso negli Usa un urbanista militante, che ha operato per
migliorare la tutela sociale e quella dei beni culturali nelle pratiche
urbane. The Hartford Courant, 18 maggio 2012
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Titolo originale: A Passion For Urban Planning, And For Food – Scelto e tradotto da Fabrizio Bottini
La vita di Terry Tondro ha toccato cose diversissime. Professore di
diritto lontanissimo dall’accademico nella sua torre d’avorio, adorava
la buona tavola e il buon vino, preferendo cucinare da solo. E adorava
le città: profondamente urbanista, ma che sapeva apprezzare l’oceano e
l’aria frizzante del Maine rurale. Conoscitore della musica operistica,
ascoltava anche con passione Ella Fitgerald. Ha lavorato per tutelare
edifici storici, ma anche contribuito a realizzare case per e meno
abbienti e la popolazione di colore. Uomo d’azione, Tondro, ma che
faceva ogni cosa con stile e buon gusto. Affermato e riconosciuto
esperto nel campo dell’urbanistica e del territorio, rimase sempre una
persone umile.
"Era un egualitario nel profondo" ricorda il figlio Trevor. "Detestava
apparire in qualche modo snob, pretenzioso, superiore rispetto agli
altri. Era più un tipo dalle maniche rimboccate che uno con la camicia
inamidata". Tondro è morto a Hartford, dove abitava, per un infarto in
26 aprile, due settimane prima del 74° compleanno. Era nato il 7 maggio
1938, cresciuto sulla sponda dell’oceano a Santa Monica, California,
vicino a Los Angeles. Maggiore dei cinque figli di Lloyd e Italia Tondro
(famiglia francese, il cognome originario si scrive Tondreau). Padre
imbianchino, gran sostenitore di Franklin Delano Roosevelt e dell’idea
di pari opportunità per tutti. Tondro inizia a lavorare in un caffè, poi
in un elegante ristorante sul Wilshire Boulevard a Los Angeles durante
le medie superiori. Il tutore scolastico gli consiglia ("un tipo senza
troppa immaginazione" giudica oggi la moglie di Tondro) di iscriversi
alla Scuola Superiore Alberghiera della Cornell University per diventare
uno chef. Contemporaneamente Tondro ottiene anche una borsa per la Stanford University.
Desideroso di viaggiare sceglie la Cornell, ma dopo due anni a studiare
“ospitalità” e raffinate tecniche di cucina, vuole passare ad un
percorso di studi diverso. L’iscrizione al Reserve Officer Training
Corps gli garantisce la copertura finanziaria. Dopo aver ottenuto il
diploma nel 1961, Tondro entra nell’Esercito, e davanti alla scelta fra i
carristi (servizio in Germania) e i paracadutisti (servizio nel
territorio dello stato), opta ancora per la destinazione più lontana.
Sfrutta le vacanze per viaggiare in Europa. L’idea originaria era di
proseguire gli studi in Storia Americana, ma dopo il servizio militare
ha imparato il valore dell’esperienza pratica, di “fare delle cose”. E
così si iscrive a Legge. Per ingannare l’attesa dei corsi che cominciano
solo nell’autunno 1964, Tondro torna in California dove lavora come
istruttore di guida. Una delle allieve è Helle Stueland, giovane
norvegese appena laureata all’Università di Berkeley. Si vedono
regolarmente dietro il volante di una VolksWagen. Quando Helle si
trasferisce a est l’inverno seguente sono ufficialmente fidanzati, si
sposeranno nel giugno 1965.
Tondro ha ottimi voti alla Scuola di Diritto della New York University, e dopo aver ottenuto il titolo lavora per un anno all’Office of Economic Opportunity
nel quadro del programma di Guerra alla Povertà del Presidente Lyndon
B. Johnson: un’esperienza molto formativa. Per un breve periodo
collabora anche con la fabbrica di calzature Paul Weiss di New York,
salvo scoprire che detesta il diritto privato. Si iscrive allora alla
Yale University per studiare urbanistica sino a ottenere una
specializzazione in American Studies. Nel 1973 inizia a insegnare
diritto all’Università del Connecticut, proprio nel momento in cui la
città di Hartford sperimenta un percorso urbanistico chiamato Hartford Process. Progetto fallito, ma Tondro ha trovato la sua collocazione.
È coautore di una memoria presentata alla Cortre Suprema del Connecticut su un caso di variante all’ordinanza di zoning
per East Hampton che impone una superficie minima degli alloggi di
cento metri quadrati, considerata discriminante per i poveri (la corte
stabilirà che si tratta di un provvedimento irrazionale e senza
giustificazioni imposto dall’amministrazione, e lo boccia). Svolge
approfondite ricerche su vari casi di destinazioni d’uso e zoning
traendone un testo che diventerà per decenni una specie di bibbia per
costruttori, urbanisti, amministratori e magistrati. "È stato in pratica
un manuale per come prendere le decisioni in quell’area" commenta
Dwight Merriam, esperto di diritto urbanistico di Hartford, che ne ha
una copia tenuta insieme da strisce di nastro adesivo. Oltre a studiare
casi, Tondro aveva inserito anche commenti propri di carattere più
generale, sulle sentenze per le l’ambiente, le lottizzazioni, lo
sviluppo urbano. Alle assemblee si portavano tutti il libro di Tondro, Connecticut Land Use Regulation: A Legal Guide for Lawyers, Commissioners, Consultants and Other Users of the Land tenendolo aperto sulle ginocchia.
“Facevamo a gara fra chi citava meglio quei passaggi
scritti da Terry e che consideravamo più importanti per il nostro punto
di vista" ha ricordato il magistrato Mark Dubois nella serata dedicata a
Tondro. "Era diritto urbanistico reso accessibile a tantissimi" ricorda
Tim Hollister, relatore di maggioranza per il caso East Hampton. "Aveva
opinioni molto nette e non mancava mai di schierarsi chiaramente.
Testimoniava anche cosa volesse dire esprimere un punto di vista
disinteressato sulle scelte". Fu nominato dal Governatore William
O'Neill presidente della Blue Ribbon Commission on Housing, e
scrisse gran parte dei provvedimenti che oggi consentono di introdurre
quote di case economiche in trasformazioni di abitazioni più costose,
rendendo molto difficile per le amministrazioni escludere dal proprio
territorio le case popolari. Secondo Tondro il sostegno alla casa per
tutti non doveva arrivare solo dai comitati per i diritti, ma anche da
chi come l’amministrazione vuole un alloggio per i ceti medi. A
differenza di tanti professori che vivono in un mondo fatto di aule e
biblioteche, Tondro apprezzava la militanza, vedere le proprie idee
trasformarsi in realtà."Era uno di quei tipi di accademici, sempre più
rari, davvero disponibili a partecipare e schierarsi sulle questioni
urbane. Teneva un piede in entrambe le scarpe: gli studi, e la
partecipazione urbanistica" ricorda Merriam.
Nella scuola legale, Tondro insegnava vari aspetti del diritto."Era
abbastanza concentrato sugli aspetti economici delle trasformazioni,
come la finanza influisca sulle capacità dei costruttori, sul rischio
che una separazione per zone induca una divisione di classe” ricorda
Michael Ziska, ex studente che ricorda Tondro come maestro. “Terry
cercava sempre di unire pianificazione urbanistica e la possibilità di
case per tutti. È grazie alle sue capacità che abbiamo fatto progressi".
Da ragazzo Tondro aveva aiutato il padre nei lavori di manutenzione
edilizia, e capiva essenzialmente il settore. Gli piacevano molto gli
edifici storici, in particolare a Hartford quelli in stile vittoriano
del XIX secolo. Nel 1973, quando sorse la protesta per la demolizione di
un edificio storico sulla Prospect Avenue a Hartford, Tondro entrò
nella Hartford Architecture Conservancy partecipando poi ad altre battaglie di tutela, con la Connecticut Trust for Historic Preservation, di cui fu presidente di sezione, e consigliere del Trust for Historic Preservation nazionale.
Fu approvata una legge sugli sgravi fiscali che rendeva più conveniente
per le proprietà conservare gli edifici storici. “Terry vide la
possibilità che in Connecticut si potesse fare tutela” ricorda Jared
Edwards, architetto fra i fondatori della Hartford Conservacy.
Tondro coinvolgeva ex studenti diventati deputati statali per sostenere
il disegno di legge, che avrebbe protetto tanti edifici anche
industriali. “Nel suo modo molto posato faceva notare quanto lo stato
dovesse assumere un ruolo guida per gli investimenti privati nella
tutela" ricorda Edwards. “Mise le basi per leggi che hanno ottenuto
enormi risultati per decenni”. Svolse anche un ruolo essenziale per la
destinazione a parco nazionale della tenuta agricola Wilton, del pittore
impressionista ottocentesco J. Alden Weir. “Col suo talento arrivava a
risultati che si ritenevano impossibili”.
Tra le grandi passioni di Tondro c’era anche la buona tavola. Dopo aver
trascorso un mese in Italia con la famiglia nel 1978, era tornato
portandosi ricette di cucina del tutto nuove: niente a che vedere con il
solito sugo alla marinara, spaghetti e polpette. Le sue cene erano la
leggenda di tutto il West End a Hartford. “L’invito era per le sette, si
cominciava a mangiare alle nove, e ci si alzava all’una di notte”
ricorda ancora Edwards. “Quando eravamo convinti di aver finite, ecco
che spuntava un altro piatto ancora più elaborato. ... Quella sì che era
vita. Certo con dieci chili in più”. Quando stava con la famiglia a New
York andavano all’opera due volte la settimana, biglietti posti in
piedi da uno a tre dollari. Lo facevano anche abitando in Connecticut.
Dal 2000,dopo il pensionamento, passava ogni anno sei mesi con la moglie
a Roma, studiando la lingua, sperimentando la la cucina, frequentando
concerti e musei, soprattutto passeggiando per la città.
Tondro adorava le cravatte a papillon, che indossava con molto stile.
Negli ultimi anni aveva avuto qualche piccolo attacco, ma anche
quest’inverno era comunque andato qualche mese a Roma. Oltre alla moglie
lascia due figli e tre nipoti. È sepoloto al Cimitero dei Veterani di
Middletown. Molto adatto a lui, commenta la moglie: tutti con la
medesima lapide, indipendentemente dal grado o dalla posizione sociale.
Col rumore delle auto che ricorda a tutti quanto nonostante il prato
verde si sia sempre in città. “Aveva un senso egualitario difficile da
descrivere” ricorda Bill Breetz, vicino di casa ed ex collega di
insegnamento. “Una cosa che ha attraversato tutta la sua opera: le case
popolari, un’urbanistica inclusiva, la tutela per tutti della Weir Farm,
e fare delle città posti migliori per viverci”.