1 mar 2010

il rinoceronte nero a guardia dell'acqua

Una barriera elettrificata lunga 402 km. Uno degli animali più maestosi e pericolosi del continente africano. Un progetto ideato venti anni fa e realizzato in buona parte con plastica riciclata proveniente da dozzine di aziende agricole del lago Naivasha.

La barriera, la più lunga mai costruita in Africa, è nata per difendere il rinoceronte nero dal pericolo di estinzione ed è stata ampliata e riconvertita al fine di proteggere foreste e sorgenti d'acqua. La scarsità di fonti idriche hanno infatti spinto le autorità ad utilizzare il progetto al fine di salvaguardare le stesse. La barriera cinge ad anello le montagne denominate Aberdare, ubicate nel Kenya centro occidentale, e protegge il territorio dal passaggio umano e dalle aziende agricole che operano nella zona, responsabili dello sfruttamento idrico indiscriminato. Nella zona si trovano le sorgenti di quattro dei sette fiumi più grandi del Kenya, che forniscono acqua ed elettricità alle maggiori città, inclusa la capitale Nairobi. Secondo le organizzazioni a difesa del rinoceronte nero, la barriera non ha aiutato la salvaguardia dell'animale, soprattutto a causa del lungo tempo di costruzione, più di venti anni. Attualmente rimangono in natura circa 3.600 esemplari.

guerra al tasso

tassi inghilterra, tasso, tasso tubercolosi, tubercolosi inghilterra, sterminio tassi inghilterra
::
“Appena i nostri interessi economici sono minacciati sembra che ci diamo ad una specie di distruzione irrazionale”. C’è una storia a cui quasi tutti noi crediamo: che raggiunto un certo grado di sviluppo economico-industriale, dobbiamo re-imparare il rispetto per la natura. È vero che alcuni degli eccessi della prima età moderna – i tentativi dei guardacaccia di uccidere tutte le specie in competizione, la macellazione di massa da parte dei cacciatori bianchi nelle riserve, l’estirpazione di siepi nei boschi antichi – sono diminuiti anche se si continua a mangiare pesce in via di estinzione e ad acquistare legname proveniente da foreste pluviali. 
È anche vero che il denaro che è destinato a progetti di conservazione è cresciuto in maniera rilevante e che dedichiamo più tempo a guardare documentari sulla fauna selvatica di quanto abbiamo mai fatto prima. Ma non appena ci accorgiamo che i nostri interessi economici sono a rischio, la nostra guerra contro la natura riprende.
::
Il 2010 è l’Anno Internazionale della Biodiversità. Così il Welsh Assembly Government ha colto  l’occasione per lanciare un progetto per sterminare il tasso in Inghilterrra. Potrà essere una storia che ha dell’incredibile, ma è vero. Naturalmente non si pretende di certo che questa storia abbia la stessa rilevanza della catastrofe che ha colpito Haiti ma getta comunque una luce interessante (e sinistra) sull’impulso dell’umanità a continuare la conquista della natura e mostra come, anche se ammantate nel linguaggio della scienza, le nostre relazioni con il mondo naturale sono ancora disciplinate dall’irrazionalità e dalla superstizione.
::
La scorsa settimana il ministro per gli affari rurali del Galles, Elin Jones, ha annunciato quello che il suo governo chiama “un provvedimento pro-attivo e non-selettivo sul tasso”, nel Galles occidentale. Questo significa l’eliminazione della specie, che inizia da quando i cuccioli escono fuori dalle proprie tane a maggio. Il motivo? I tassi sarebbero portatori di un batterio che provoca la tubercolosi bovina. Lo scopo dell’esperimento di genocidio è quello di scoprire se il numero di vacche colpite dalla malattia si riduce quando i tasso viene sterminato. Se funziona, il metodo può essere applicato altrove. 
Ma prima che l’esperimento abbia inizio, possiamo dire che si tratta di uno spreco di tempo e di denaro.
::
Nel 2007, dopo nove anni di ricerca, l’Independent Scientific Group sulla tubercolosi bovina ha inviato la sua relazione finale al governo del Regno Unito. Si è scoperto che l’abbattimento del “tasso non può significativamente contribuire al controllo futuro della tubercolosi del bestiame in Gran Bretagna.” Invece di sopprimere la malattia, l’uccisione dei tassi sembra diffonderla. 
 I ricercatori avevano già sterminati centinaia di tassi in 30 areee, ciascuna di 100 chilometri quadrati. Hanno scoperto che quando questi sono stati abbattuti in risposta alla comparsa di focolai locali di TB, lo sterminio abbia “aumentato, anziché ridotto” l’incidenza della malattia nei bovini: il livello di infezione è così aumentato di circa il 20%.
::
Quando i tassi verrebbero invece uccisi in modo proattivo (abbattuti ogni anno, indipendentemente dal fatto che i bovini siano stati infettati), l’incidenza della tubercolosi all’interno della zona di abbattimento sarebbe ridotta del 23%  ma l’incidenza al di fuori di essa è aumentata del 25%. La ragione è che l’ucciosione modifica il comportamento dei tassi: tendono a spostarsi maggiormente per sfuggire all’uccisione o per esplorare un nuovo territorio che gli si apre. I costi economici dell’abbattimento proattivo, avrebbe rilevato lo studio, sarebbero stati 40 volte superiori ai benefici apportati. :::::
C’è insomma una notevole riluttanza ad accettare e abbracciare le scoperte scientifiche più evidenti e provate”. Il governo gallese condivide questa sua riluttanza. Annunciando la sua politica di sterminio la scorsa settimana, Elin Jones ha sostenuto che la riforma sarebbe stata effettuata in base ai “requisiti delineati dall’ Independent Scientific Group”.Ma l’ISG non avrebbe potuto essere più chiaro: l’abbattimento del tasso, di qualsiasi tipo, non funziona. I governi dovrebbero invece fare di più per controllare il modo in cui gli animali verrebbero allevati e trasferiti. Questo è stato un messaggio che gli agricoltori e il governo gallese non hanno voluto ascoltare.
::
::
Ma anche se lo sterminio ha funzionato, l’effetto potrebbe essere sostenuto solo dall’uccisione dei tassi che ri-entrano in una piccola area. Se lo stesso approccio venisse adottato in una vasta area, il tasso si estinguerebbe  non solo in tutta quella zona ma anche in quelle limitrofe, perché i tassi si sposteranno in zone da cui la specie è stata cancellata. Il risultato logico di questo approccio è quello di sterminare il tasso in tutto il Regno Unito. Poiché ciò è politicamente inaccettabile, l’esperimento gallese è dannoso oltre che inutile. Questo stupido progetto tradisce un approccio al mondo naturale che si addice non a caso ad un periodo di decadenza come il nsotro. Dobbiamo ancora agire come se ci fosse stato concesso il dominio sul mondo. Coloro che hanno un interesse economico sembrano considerare tutte le specie come concorrenti o in conflitto con loro, come se fossero una minaccia non solo per il loro reddito ma anche per il loro potere. Si considera ancora  il mondo naturale come usa e getta: niente è prezioso, fonte di meraviglia che non possa essere liquidato con denaro. Non sembra esserci nessun rammarico oltre il quale ci si avventura, nessuna lezione che siamo disposti ad imparare dal collasso ecologico che stiamo provocando.
::
E’ difficile liberarsi da una visione di conquistori come questa del mondo, che pone l’uomo al vertice della creazione, anche nella nazione più laica sulla terra. Tutte le industrie cercano non solo il monopolio ma anche la monocoltura: il dominio del paesaggio naturale o culturale. Questo è ciò che George Orwell intendeva quando ha osservato che “la fine logica del progresso meccanico è di ridurre l’essere umano a qualcosa di simile a un cervello in una bottiglia.” L’industria non tollera alcuna deviazione. Questo sistema mira a diminuire sia la gamma delle esperienze umane sia le meraviglie del mondo naturale, fino a che non si inseriscono nel contenitore fatto apposta per loro. Potremmo perdere i tassi – fatta eccezione per quelli che guardiamo alla TV nelle serate estive mentre razzolano e giocano nel loro ambiente – ma la voglia di distruggerli nasce dall’istinto patologico per il potere che ci priverebbe di qualsiasi cosa.