31 lug 2009

ricostruzione modello Friuli - villaggio S.Lorenzo a Fossa


da il Messaggero Veneto del 27 luglio 2009

Grazie ai lettori de il Messaggero Veneto e alla sezione Associazione Nazionale Alpini (ANA) di Udine, con la raccolta di oltre 200 mila euro, nasce un villaggio prefabbricato a Fossa.
Dopo le verifiche geologiche, già in autunno saranno pronte le opere di urbanizzazione per il villaggio San Lorenzo, che sarà costituito da 26 moduli abitativi della ditta Leimholz di Maniago a cui se ne aggiungeranno, a seguire, altri 6.
Si tratta di prefabbricati "pesanti" di ultima generazione, con durata garantita di oltre 50 anni. Un secondo lotto sarà finanziato col sostegno del gruppo bancario CariparmaFriuladria.
Dopo il tempo necessario per ospitare i terremotati durante la ricostruzione, potranno essere destinati a campus universitario, servizi sociali e, in considerazione del grande valore culturale del borgo medievale e del sito archeologico di Fossa, i moduli abitativi potranno essere utilizzati come residenze temporanee di tipo turistico-ricettivo.

La Terra tretteca… Ji no!"


La Terra tretteca… Ji no!" è abruzzese. Per chi non conoscesse il dialetto: "La Terra trema…io no!" è il titolo di un ciclo di incontri che è partito il 15 giugno 2009, nel campo di accoglienza di Tempera. Tale progetto nasce dall'idea di sviluppare e adattare alla fase di emergenza i percorsi formativi del Progetto EDURISK, collegandoli al servizio di informazione scientifica sulla sequenza sismica in atto, fornito dal COES (Centro Operativo Emergenza Sismica), il presidio dell'INGV presso il Di.Coma.C. di Coppito (AQ).

Il progetto nasce dalla collaborazione tra l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il Dipartimento della Protezione Civile, la Asl 4 della Regione Abruzzo e la Federazione Psicologi per i Popoli.

Sismologi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia saranno presenti per illustrare come e perché si verificano i terremoti e fornire informazioni aggiornate sulla sismicità storica e recente del territorio italiano e, in particolare, dell'Abruzzo.Verrà inoltre descritta l'evoluzione della sequenza del 2009 nell'Aquilano e verranno proposti alcuni comportamenti da seguire in caso di terremoto.

Il percorso è stato sviluppato con l'idea di aiutare le persone che hanno vissuto il terremoto a comprendere il fenomeno dal punto di vista scientifico e a fronteggiarne l'impatto emotivo. Oltre ai sismologi saranno infatti presenti, durante gli incontri informativi, psicologi dell'INGV, della Federazione Psicologi per i Popoli e dell'ASL 4 de L'Aquila. Durante gli incontri, sulla base dei bisogni emersi, verranno programmate attività suddivise per fasce di età, orientate al tema dell'emergenza e della ricostruzione.



Pietre che cantano


Le note di Mozart e Beethoven a Paganica
venerdì 31 luglio 2009

Secondo appuntamento con il Festival internazionale di Musica “Pietre che cantano” nei borghi dell’Aquilano colpiti dal terremoto: domani sera sabato 1 agosto musica da camera di Mozart e Beethoven con il clarinettista Alessandro Carbonare, il violinista Rainer Honeck ed altri solisti di fama agli archi nel Campo 4 di Paganica, la tendopoli allestita all’indomani del terremoto.
Il Festival “Pietre che cantano”, ideato e diretto dalla pianista Luisa Prayer ed organizzato all’indomani del terremoto abruzzese sui luoghi stessi della tragedia, si è reso possibile quest’anno grazie al generoso contributo offerto dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila e al sostegno del Comune di Ocre.

I giochi oscuri della ricostruzione

di Antonello Ciccozzi

Probabilmente la forma di aiuto che la Protezione Civile elargisce a nome dello Stato non è né il veleno che insinuano certi “comunisti” né la panacea efficacemente proclamata all’opinione pubblica, ma può essere immaginata alla stregua di una pesante medicina somministrata a un corpo ferito, con pesanti effetti collaterali a breve e lungo termine, una dubbia efficacia e esorbitanti costi che destano - a voler restare nella metafora - qualche sospetto riguardo il presunto disinteresse del “medico” (i poteri nazionali) ma anche, per alcuni versi, del “personale infermieristico” (i poteri locali).

lettera da un'amica dell'Aquila


........Il fatto complicato dipende dalla successione degli eventi, così sconvolgenti, che incomincio a dimenticare le cose.
Il 29 scorso ho fatto il trasloco dei mobili della casa dell'Aquila, perché c'è stato un palese aggravamento delle condizioni della casa. Sono stati i Vigili del fuoco a consigliarmi di togliere i mobili in tutta fretta per non incorrere nell'eventualità di non avere più il permesso di rientrare a casa. Data la grandezza della casa non siamo riusciti a sgomberare tutto perché i due camion dei trasportatori erano pieni, così continueremo questa cosa così divertente il 12 agosto, se sarà possibile.
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Vittoria

29 lug 2009

le case raccontano


Ricostruire una città devastata da un terremoto ai tempi di Berlusconi non è cosa facile, come non è facile far capire agli italiani cosa stia realmente accadendo in questo territorio terremotato. Il quadro che tutti fuori dall’Aquila si sono fatti di questo evento e della ricostruzione avviata è tanto chiaro quanto sconcertante: “c’è stata tanta solidarietà da parte di tutti, non potete lamentarvi” – si sente dire da chi non conosce la realtà – “le tendopoli sono campeggi a cinque stelle”, “il presidente del Consiglio ci tiene a voi, è sempre all’Aquila”, “ho visto i disegni del piano case, sono palazzine bellissime e poi in alcuni paesini si stanno facendo già villette di legno” e il più bello di tutti “siamo in crisi, non ci sono i soldi per rifare tutto come prima, dovete accontentarvi”.

È da questo che devi partire quando vuoi spiegare la vita che ti sei ritrovato a condurre dopo che per 40 secondi eri tu l’unica cosa ferma in un mondo che ti ballava intorno. A volte l’impressione è che gli altri conoscano meglio di te quello che tu stai vivendo. Poi invece parli con chi ha vissuto quel momento guardandolo negli occhi, vedi le case e i monumenti sventrati, senti la terra che ancora trema proprio quando avevi abbassato un attimo la guardia e capisci che fare qualcosa per la tua gente, per la tua terra, è l’unico modo che hai per sentirti ancora vivo e parte di qualcosa. Urlare le ingiustizie che tutti gli aquilani stanno subendo è l’unica via che hai per sperare di avere un futuro in un territorio che rischia di avere per sempre solo un passato. La battaglia che i comitati cittadini hanno deciso di combattere non è una battaglia politica tesa a screditare il Governo e magari gettare fango sul suo operato, ma è una lotta per difendere il territorio da una speculazione già iniziata, un tentativo di evitare quell’invivibile sensazione di non sentirti più figlio della tua terra e delle sue montagne; è una battaglia di diritti. La ricostruzione dell’Aquila infatti è una faccenda puramente aquilana, nel senso che solo chi vive un territorio sa qual è l’investimento migliore che su quello stesso territorio si può realizzare. È un concetto questo che va al di là delle competenze necessarie, anche se la speranza è che vengano riconosciute quelle locali. Questo è il motivo per cui i comitati cittadini nati dopo il sisma chiedono la partecipazione di tutti i cittadini aquilani per ogni singola decisione che viene presa sulla loro pelle. Gli aquilani invece, si ritrovano davanti a scelte già prese dall’alto: cemento armato dove prima era campagna, tasse da pagare a soli 6 mesi dal terremoto, il dover decidere, per chi aveva più di una casa quale riparare o la seria possibilità di restare senza un tetto per chi prima viveva in affitto. Finora le uniche cose che agli aquilani era concesso fare era dire che “va bene così”, “che non c’era altra via” oppure rientrare nella propria tenda a bestemmiare contro il mondo, a chiedersi perchè questo terremoto abbia colpito proprio loro e non qualcun altro, inteso in altro tempo o in altro luogo. Quello che i cittadini non aquilani devono fare, è riconoscere il diritto che tutti gli italiani hanno ad una abitazione dignitosa, al lavoro e all’autodeterminazione della propria vita; in altre parole il diritto che tutti hanno a condurre una vita felice. È verso queste considerazioni che bisogna spostare l’attenzione se non si vuole cadere nel gioco politico della propaganda e della contestazione. Solo così viene alla luce che le palazzine che si stanno realizzando secondo il piano C.A.S.E., che sembrano così necessarie quando l’unica alternativa che ci hanno proposto è quella di passare il gelido inverno aquilano nelle tende, è solo un espediente per far ripartire l’industria del cemento armato delle aziende del nord Italia e cercare così di uscire dalla crisi economica. Una scelta che porterà alla creazione di nuove periferie, molto lontane dalla città, senza servizi e senza legame con il territorio, con il serio rischio della perdita di identità per i cittadini, una volta aquilani, deportati chissà dove in una provincia fatta di piccoli mondi chiusi piuttosto che di paesi. Non si sono spenti i riflettori sulla città dopo il G8, come temevano le istituzioni locali, e non si spegneranno a lungo, anche se la luce che mandano illumina un esempio di efficienza e non la gigantesca speculazione edilizia che sta devastando l’aquilano. Spesso ho sentito dire “ah se questa casa potesse parlare ne avrebbe di cose da raccontare…”, beh vi dico una cosa, adesso le case dell’Aquila e dei paesi tutt’intorno parlano, ma quello che raccontano non è affatto una bella storia.
Marco Sebastiani, 3e32

ripudiavamo la guerra


millemila extrasistoli

I love


Chiaro di luna sul mare

Sarà femmina o maschio?


28 lug 2009

bagaglio



Bairagarh (Bhophal ), WPC (War Prisoner Camp) - Sessa Aurunca, via S.Leo 22
solo ritorno n.60443 15/3/1946

A little known fact about Bairagarh is that a very big prisoner of war camp was established at Bairagarh by the British during the Second World War. The details of those days is described as follows by Abida Sultan, daughter of Hamidullah Khan, the last Nawab of Bhopal Princely state

An interesting side effect of the (Second World) War was the location of an Italian prisoner of war camp in Bairagarh, a specially built camp a few miles out of Bhopal, overlooked by Noor-us-Sabah (the residence of Abida Sultan, presently turned to a heritage hotel). Twenty thousand Italian prisoners were confined at Bairagarh barracks and in the early days we doubled our security guard at Noor-us-Sabah in case escaped prisoners made for the nearest house they could see. After a few months, it was evident that the Italian PoWs were not inclined to attempt daring escapes and were content to while their time away peacefully in their barracks.
In fact, so benign and friendly were the Italians that they soon began making a remarkable impact on Bhopal’s social life. There were a number of artists among the Italian prisoners of war who began painting exquisite portraits and landscapes of Bhopal. They formed a splendid orchestra that gave concerts and served as a live dance-band for my father’s dancing soirees.
One of the PoWs was a delightful Signor Rizzo who was employed to become the boxing coach for my son and his two companions.
The Italians enriched Bhopal life and some were even sad to leave their confinement at the end of the war.

http://bhopale.blogspot.com/2007/11/bairagarh-near-bhopal.html

26 lug 2009

CNGEI - Sezione L’Aquila


Il contributo degli scout nell’emergenza di Fabio Andreassi

Nelle primissime ore seguite alla scossa sismica delle 03.32 del 6 aprile i soci seniores della Sezione aquilana del CNGEI hanno reagito in modo individuale o in piccoli gruppi, nei contesti in cui si trovavano, operando per la messa in sicurezza di famigliari, persone amiche e cittadini comuni. In almeno due casi la loro iniziativa è risultata decisiva per il salvataggio di persone rimaste bloccate sotto le macerie. Già nel pomeriggio dello stesso giorno un primo nucleo si organizzava per interventi coordinati. Il giorno seguente la Sezione rispondeva alla chiamata del Dipartimento di Protezione Civile (DPC), che nel frattempo aveva attivato l’Associazione a livello nazionale. A partire da quel momento si sono succedute due fasi d’intervento.
Nella prima fase i volontari hanno svolto le seguenti attività:
- collaborazione all’impianto delle tendopoli
- collaborazione con la Funzione Materiali e Mezzi – sub-funzione Pasti - del DPC, in particolare per la ‘guida’ e/o il trasporto delle derrate alimentari e dei pasti dai punti di smistamento alle tendopoli (l’approfondita conoscenza del territorio e della rete viaria ha permesso di ottimizzare tali operazioni, talvolta effettuate dagli stessi volontari e con mezzi di trasporto propri);
- collaborazione alla gestione di uno dei magazzini di raccolta (in località Bazzano) delle merci offerte in donazione da ogni parte d’Italia (avviato in modo spontaneo da alcuni dipendenti dell’agenzia AMA, tale magazzino è stato poi inserito nella rete comunale dell’emergenza);
- reperimento - attraverso canali autonomi, attivati dai contatti associativi - di materiali e derrate per la popolazione sfollata, e loro distribuzione (cibo, vestiario, corredo invernale, elementi riscaldanti, giochi per l’infanzia, materiale didattico);
- servizio di ‘guida’ del personale del DPC, della CRI e di altre associazioni durante gli spostamenti sul territorio;
- servizio di ‘guida’ delle delegazioni straniere in visita nel territorio colpito dal sisma;
- avvio ed esecuzione (in collaborazione con CRI-Pionieri) di un primo censimento dei minori presenti nelle tendopoli e delle strutture loro rivolte (ludoteche, tende sociali, attività scolastiche per l’infanzia);
- collaborazione al coordinamento operativo e cerimoniale dei funerali di Stato delle vittime del terremoto;
- servizio di call center presso la Direzione di Comando e Controllo (DiComaC) del piano d’emergenza nazionale;
- collaborazione al servizio di raccolta ed elaborazione dei dati risultati dai sopraluoghi effettuati negli edifici lesionati.

Nella seconda fase, diminuite le necessità di sostegno alla distribuzione dei pasti (via via che ciascuna tendopoli veniva dotata di autonome strutture di cucina), gli scout della Sezione hanno:
- aumentato il loro impegno nella tendopoli di Coppito, fino ad assumerne il coordinamento di tutto il servizio volontario;
- garantito ininterrottamente, anche nelle giornate del G8, il servizio di call center della DiComaC (per 12 ore giornaliere);

- collaborato all’iniziativa ‘Uniliber’, volta a rendere disponibili i testi di studio per gli studenti universitari dell’ateneo aquilano, effettuando, tra l’altro, il recupero di ca. 5.000 volumi dalla Biblioteca della Facoltà di Lettere, resa inagibile e pericolante dal sisma;

- ed infine, ma non da ultimo, soci rover e seniores si sono impegnati nel campo dell’animazione dei minori residenti nelle tendopoli di Coppito, San Panfilo d’Ocre, Ocre, Scoppito, e Roio.
il gruppo FaceBook "scout a Fonte Romana" sostiene la Sezione CNGEI dell'Aquila

incendi in tempo reale

(25.07.2009 estensione superiore a 5 ha)

mappa del rischio, oggi



http://www.incendi.sardegna.it/