2 lug 2009

queste cose il TG uno non le vede

sabato 6 giugno 2009

Luigi è un ex generale dell'aeronautica in pensione. Prima viveva a Cinecittà, poi “na volta col camper volevamo andà a scià in montagna.. se semo persi e siamo arrivati qui, ad Aragno”. Si sono innamorati del posto... pensa che ti ripensa e lui, con la moglie e la figlia sono venuti a vivere a 30km da l'Aquila. Un posto splendido. Il 6 Aprile Aragno è stata graziata dal sisma la cui onda d'urto è stata deviata dal massiccio sul quale sorge la chiesa di santa Barbara, di fronte al paese. Non ci sono stati né morti né crolli, ma le case sono state comunque lesionate e sono al momento inagibili. “Lo sai perchè si muore sotto i calcinacci? Perchè durante la scossa tutto quello che fai è restare li, seduto sul letto come un coglione sperando solo che finisca”. Prima arriva questo boato, come se un treno cominciasse a passarti dietro il muro di casa, poi tua moglie strilla, tua figlia strilla, tuo genero strilla, tutto intorno a te comincia a cadere, senti le cose fuori dalla finestra che cadono e altre strilla e urli della gente. E in tutto questo sei semplicemente pietrificato. E aspetti che finisca. E nonostante questo dialogo avvenga sotto una pioggia torrenziale, sotto una tenda in una situazione paradossale come quella che sto per raccontare la cosa che continuano a ripetere sia lui che la moglie è, sorridendo, “fortuna che siamo vivi” e “se non lo vivi non lo capisci e abbiamo difficoltà ad immaginare cosa abbiano vissuto gli Aquilani che oltre a tutto il rumore si sono visti esplodere addosso muri e finestre”. Ma torniamo ad Aragno subito dopo il 6 aprile: mentre si respiravano i calcinacci le persone del paese hanno cominciato ad organizzarsi. Aragno è sperduta in cima alla montagna e chiaramente le operazioni di protezione civile, le tende e tutto il resto hanno puntato l'Aquila e si sono comunque stabilizzate più rapidamente nei paesi distrutti che le stanno immediatamente intorno. Ma comunque, nonostante le priorità, la gente di Aragno era per strada. Cosi Luigi ha da subito tolto il telone al camper e ci ha messo 10 bambini dentro a dormire, mentre lui e la moglie dormivano in macchina. Poi alcuni vicini di casa hanno recuperato delle roulottes. E cosi si è formata una minitendopoli spontanea, formata da camper, roulotte e qualche tenda, nell'attesa dell'arrivo degli aiuti. Quando il campo della protezione civile è stato creato, però, mancavano le tende per tutti e il mini campo, proprio li accanto, aveva in qualche modo cominciato a sostenersi da solo. Per questo quando è stato ordinato a Luigi e gli altri di abbandonare il camper o le roulottes ed entrare, ammassati, nelle tende, la risposta è stata: guardate, noi ormai siamo organizzati ..lasciateci qui, non vi chiediamo niente. Nota bene, la mensa del campo è stata completata 15 giorni fa. Si trattava quindi di un campo a metà. Ma il fatto che Luigi e gli altri non fossero nella tenda ma fossero proprio li accanto dentro un camper ha scatenato il finimondo. Agli occhi dei responsabili del Centro Coordinamento per i campi della zona si configura il reato, nuovo di pacca per l'occasione, di “abuso tendilizio”: le tende ed i camper di Aragno sono “abusivi” e quindi la gente che ci vive non ha diritto a nulla. E cosi se un bambino vuole un biscotto non lo può avere. Se una donna di 80 ha bisogno di un paio di mutande, niente. Sono 90 persone ed in quanto abusivi, dipendono completamente da privati come noi per quanto riguarda cibo e vestiti. E poi, si sa come funziona: quando sei nei paesini, partono le faide e le questioni di principio. Cosi loro non entrano nel campo, per principio, e nel campo nessuno li vuole. Anzi si: possono andare alla mensa a mangiare ma a patto che sia di loro competenza la pulitura dei cessi (e solo quella). Qualche giorno fa Luigi ha avuto un forte attacco d'asma. Ambulanza e giu di corsa all'ospedale de L'Aquila. La tenda dove lo hanno curato era talmente calda che han detto tutti: se Luigi non muore adesso è fatta. Mentre nella tenda Luigi riusciva a cavarsela, un televisore attaccato li vicino regalava la Buonamici che annunciava raggiante che l'ospedale de l'Aquila era stato riaperto. Falso. Dei 1500 posti che aveva ne sono stati recuperati 115, in tende bollenti. Ma quella dell'ospedale non è l'unica balla: alla televisione si dice anche che la gente sta rientrando in casa. Falso. A parte che in 4 volte nel giro di due mesi che vado a l'Aquila non ho visto cambiare una virgola, ma comunque le scosse non sono finite e se ci sono dei terremotati a Napoli che quasi 30 anni dopo dormono ancora vestiti, è facile pensare quale possa essere ancora il livello di terrore della gente qui. L'ho voluta fare sta domanda: “c'è stato un giorno in cui non avete parlato di terremoto?”. “No, ne parliamo tutti ogni giorno per tutto il giorno. Per esorcizzarlo”. Mentre nelle tende di Aragno va in scena questa follia, nel campo di Piazza D'Armi (quello famoso) vanno in onda risse continue tra italiani e stranieri. Mentre a L'Aquila il 70% della gente è al momento disoccupata, sono stati assunti dal comune 8 nuovi vigili urbani.. da Torino. Mentre il centro urbano resta inaccessibile, i lavori per asfaltare le strade che raggiungono la caserma della guardia di finanza dove si terrà il G8 proseguono alla grande. Molte case nella zona della caserma saranno confiscate nei giorni del meeting... e tanto o sono disabitate oppure chi ci abita non dovrebbe avere problemi a farsi qualche altro giorno in tenda. Ovvio, no?Accanto al campo di piazza D'Armi una enorme distesa accoglie i calcinacci della casa dello studente. Li avevano portati li in fretta e furia per polverizzare tutte le prove ma sono stati bloccati prima dai giornalisti, poi dalla gente e finalmente da un giudice. Questa è la situazione e questi che ho raccontato sono alcuni dettagli. Sabato c'è stata la prima manifestazione “vera” della gente de l'Aquila: sono ancora in tenda, come il 7 aprile e non è cambiato niente. Nessuna prospettiva. Luigi ha detto che si farà l'estate li, ma se quando arriva l'inverno la situazione sarà ancora la stessa forse, a malincuore, lascerà tutto e se ne andrà. Ma Luigi è di Roma ed in fondo può anche permettersi di tornare indietro. Gli Aquilani no. Attenzione a cosa sta per succedere a l'Aquila perché c'è il caos e si tratta di un popolo orgoglioso, chiuso, e in questo momento incazzato come una iena.

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