27 gen 2010

contadini per caso


una ricerca di Nomisma, che ha intervistato 4000 abbonati del periodico “Vita in campagna” ha tracciato il profilo dell’hobby farmer italiano:

La compagine degli hobby farmer è molto variegata: impiegati, liberi professionisti, lavoratori autonomi, dipendenti pubblici, operai, pensionati. Tutti sono accomunati dalla passione di coltivare e praticare l’attività agricola, al fine di ottenere prodotti per l’autoconsumo familiare o da regalare agli amici, ma anche per stare all’aria aperta, per risparmiare nell’acquisto di derrate alimentari o consumare prodotti più sani e genuini.
Le coltivazioni più praticate riguardano ortaggi, frutta, vite e olivo e, molto spesso, sono accompagnate da processi di trasformazione (confetture e marmellate, conserve, vino, olio) – ovviamente su piccola scala - e in qualche caso anche da piccoli allevamenti. Le dimensioni medie dei terreni coltivati non sono marginali e si aggirano su circa 1,3 ettari (spesso comprendenti anche parti a bosco).
Insomma, per molti connazionali, il classico sogno del “fazzoletto di terra” da coltivare con le proprie mani sembra essere divenuto una realtà. I vantaggi, attenzione, non sono solo di tipo economico e non ricadono solo sul coltivatore per hobby.
Spiega Nomisma: Si tratta di benefici (o, più tecnicamente “esternalità”) sottostimati o addirittura non riconosciuti dal punto di vista collettivo - alla luce della mancanza di rilevazioni statistiche ufficiali – che però permettono, assieme al contributo preponderante dell’attività propriamente agricola, una conservazione degli spazi rurali i cui vantaggi finiscono con il ricadere sull’intera popolazione.

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