10 ott 2009

legibus solutus

Dura replica del procuratore generale Loi alla sortita del Cavaliere
"Siamo giudici obiettivi"
"Berlusconi non è legibus solutus"

MILANO - "Neppure Luigi XIV era legibus solutus". Poche parole ma pesanti, dalla procura generale di Milano, dopo la sfuriata di ieri di Silvio Berlusconi. Tacciono i diretti interessati, Piercamillo Davigo compreso, che con una intervista (poi smentita) al quotidiano statunitense "America oggi" aveva scatenato il vespaio. In silenzio il capo della procura Francesco Saverio Borrelli e i pubblici ministeri Gherardo Colombo, Ilda Bocassini e Francesco Greco.

Sono loro, soprattutto, i magistrati che Berlusconi non vuole più. "Ho chiesto ai miei avvocati - aveva detto ieri Berlusconi - di presentare istanza di trasferimento di tutti i procedimenti che mi riguardano, perchè il pregiudizio politico del pool si è ormai allargato a tutto il Palazzo di Giustizia di Milano"

A prendere la parola sono oggi il presidente della corte d'Appello di Milano Vincenzo Serianni, il presidente del tribunale Lo Turco, il procuratore generale Umberto Loi. Il più duro contro Berlusconi è proprio quest'ultimo.
"Siamo servi delle leggi per essere liberi: neppure Luigi XIV era legibus solutus, cioè sciolto dalle leggi", ha detto.

Laconico, invece, il commento di Serianni. Per il nuovo presidente della corte d'appello (è stato nominato da appena tre mesi e mezzo) è la prima vera polemica. "Berlusconi - ha spiegato - vuole fare trasferire i processi che lo riguardano? Deve fare ricorso in Cassazione. Se in quella sede si dirà che i giudici milanesi non sono obiettivi allora verranno adottati provvedimenti in tal senso. Altrimenti se la Cassazione affermerà che i giudici a Milano non sono dei persecutori, lascerà i processi dove stanno, cioè qui da noi". Serianni ha però subito aggiunto di avere la coscienza a posto: "Abbiamo la convinzione di essere tutti giudici obiettivi anche perchè l'obiettività è la dote indispensabile per giudicare".

Dello stesso tono la replica del presidente del tribunale Lo Turco: "A volte la polemica, che in questo caso mi sembra più politica, va oltre i confini".

(30 giugno 1998)

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