27 mar 2012

Adottare un orto a distanza

Chilometri zero, sostenibilità e biologico: ecco alcuni concetti fondamentali per una nuova iniziativa, che riporta alle origini il modus vivendi di tante persone. Ne abbiamo parlato con il fondatore di Le verdure del mio orto
Smog, fretta e impegni: queste le tre parole chiave che potrebbero caratterizzare pienamente la vita di ognuno di noi. A volte, però, improntare tutto su questo modus vivendi diventa rischioso, facendo perdere quello che è altrettanto importante per tutti, cioè la salute e uno stile di vita sano.
E’ su questi concetti che si basa una nuova idea che arriva da vicino, un’invenzione cioè, tutta italiana. Tornare alle origini, allo stile di vita genuino dei nostri avi è un sogno di molti. In questa chiave, nella riscoperta cioè di antiche tradizioni e degli spazi verdi presenti sul nostro territorio troppe volte sottovalutati, nasce l’idea della famiglia.
Dalla provincia di Vicenza, infatti, arriva la possibilità di mettere a disposizione di tutti, dalle persone più frettolose ai veri appassionati, dei campi da coltivare. La vera novità del progetto è che campi e ortaggi possono essere prenotati e gestiti a distanza, tramite un sito web e un’email, perché chi si occupa di tutto sono le persone che hanno ideato l’attività.
Così Paolo Ferraris, uno dei responsabili di Le verdure del mio orto, questo il nome del progetto, spiega com’è nata l’idea e quali sono i punti di forza di una pratica che dà a tutti la possibilità di mantenere un rapporto con la natura e uno stile di vita green.
Com’è nata l’idea di coltivazione a distanza?
L’idea di far coltivare in modo diretto i nostri clienti è stata la volontà di avvicinare il consumatore ai prodotti che andranno sulla sua tavola. Quale miglior modo se non quello di dare alle persone la possibilità di scegliere sin dall’inizio ciò che vogliono coltivare e farli sentire partecipi e controllori dei prodotti coltivati.
Come funziona il servizio?
Le persone possono acquistare un appezzamento di terra direttamente dal web. Nella prima fase si va sul sito e si può scegliere tramite due criteri: la capacità di produzione dell’orto e il numero di persone interessate a ricevere gli ortaggi. Il secondo passo è scegliere il tipo di orto, che varia a seconda della stagione o per periodo di tempo. Passaggio essenziale è poi quello della cosiddetta semina, ovvero la scelta del tipo di ortaggi da coltivare nell’orto.
E per i più pigri?
Non tutti i nostri utenti desiderano portare avanti un progetto di coltivazione a distanza ma preferiscono acquistare le verdure – provenienti dagli stessi orti a nostra disposizione – volta per volta. Altri invece decidono di provare il servizio per un breve periodo, ad esempio per un mese.
In quali zone è attivo il progetto?
Per il momento in Piemonte, Lombardia e Lazio ma abbiamo intenzione di allargare il servizio a più aree possibili.
Che tipo di target usufruisce del vostro servizio?
Tutti quanti i nostri clienti sono privati ed il target di riferimento è costituito maggiormente da giovani famiglie con uno o più figli. Prevalentemente risiedono in aree metropolitane, zone con scarsa possibilità di trovare prodotti di qualità.
Che tipo di prodotto viene maggiormente richiesto?
Vengono scelte quasi tutte le tipologie di ortaggi. Capita che le persone richiedano ortaggi e altri prodotti della terra che in altre situazioni non avrebbero preso in considerazione. La componente essenziale del nostro servizio è anche il divertimento: infatti molti utenti trovano stimolante la possibilità di seminare virtualmente attraverso il nostro sito.
E se qualcuno volesse visitare personalmente il suo orto?
Non ci sono problemi. Al sabato, previa prenotazione anticipata si può visitare il proprio orto e la nostra azienda.
Quante persone sono coinvolte nell’iniziativa?
La nostra è un azienda famigliare in cui sono gli stessi soci (due fratelli e una sorella) che si occupano di tutte le mansioni.
Collaborate con altre aziende o enti territoriali?
Siamo in contatto con aziende agricole con cui collaboriamo. Alcune di ad esempio forniscono la frutta di stagione.
Perché lo si può definire un progetto rispettoso dell’ambiente?
Per vari motivi. La coltivazione avviene senza alcun tipo di prodotti chimici, il controllo delle erbe infestanti viene fatto con teli biodegradabili e l’irrigazione viene fatta tramite un sistema chiamato “a goccia” che prevede il minor uso possibile di acqua.
Il trasporto viene effettuato con mezzi a metano in un raggio che non supera gli 80 Km, per garantire prodotti a Km 0. Inoltre il packaging è costituito da prodotti in carta o cartone che vengono riutilizzati fino al loro consumo definitivo, per poi essere completamente riciclati.

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