15 apr 2010

adotta un "buzzico"

CAMPAGNA ZONALE: “ADOTTA UN BUZZICO”
di Luisa Nardecchia, 30 marzo
Tempo fa me ne stavo nella c.a.s.a. cercando di far quadrare il cerchio, quando si presentano due giovani sorridenti che gentilmente mi consegnano un bel buzzico color marrone, mi dicono che si tratta della raccolta differenziata dell’organico, mi consegnano un calendario tipo Frate Indovino e mi fanno firmare un documento.
Quando timidamente ho chiesto ai ragazzi: “Scusate, ma ora io questo dove lo metto?” mi hanno guardata stupiti. “Come? Sul balcone!”. “Quale balcone?” dico io. “Ah lei non ha un balcone?” “No! Esattamente come un sacco di gente che abita nelle c.a.s.e.”, mi sento di precisare. “Allora lo metta sotto al lavandino!”. “Ma sotto al lavandino c’è il fantastico secchio della spazzatura miracolo della tecnologia, che quando apri lo sportello si apre anche il coperchio! Lì ci va la spazzatura normale, mica il buzzico dell’organico!”, dico io. “Lo metta a fianco al secchio”. “Ma lì c’è posto solo per un paio di detersivi, non ci entra!”. I due ragazzi iniziano a indietreggiare, azzardando, poverini, qualche altro tentativo: “… Al bagno?”. “Ma se al bagno non c’è nemmeno posto per il cesto dei panni sporchi, e devo tenerli in lavatrice!”. Improvvisamente grondanti di sudore, i due battono in ritirata, sparando le ultime cartucce: “…. Sul pianerottolo?”… “Sul pianerottolo ci sono gli stendini con i panni, vi ho detto che non c’è il balcone, no? e ci sono anche le dispense con i detersivi, mica vorrete che ce li teniamo dentro, i vapori ci avvelenano! Se ci mettiamo anche il buzzico non si passa piùùùùùùùùùùùùù!…”.
La mia voce accompagna i ragazzi alle spalle, lungo tutte le scale. Resto come una scema là in cima, finché non scompaiono all’orizzonte, come nei finali di Charlie Chaplin.
E così restiamo da soli. Io e il buzzico. Lo hanno lasciato in mezzo alla stanza soggiorno-cucina-camera da letto. La prima cosa che mi viene in mente è di agganciarlo a una corda e calarlo giù dalla finestra e tenerlo appeso lì. Mi rendo conto che non sarà un bello spettacolo per quelli che abitano sotto, ma che ci posso fare… anche io mi godo la vista dell’antenna parabolica del vicino che troneggia davanti alla mia finestra… No.. meglio evitare dai. Siamo fin troppo bravi a non prenderci a coltellate per i posti auto, dobbiamo avere pazienza. Evitiamo ok? C’è stato un terremoto no? Già, penso guardando il buzzico: c’è stato un terremoto e questi mi portano il buzzico. Mi viene in mente un flash: DOV’E’ LA TELECAMERA? Ma sì, ci sarà una telecamera nascosta! Dev’essere così! Noi della generazione di Nanni Loy lo sappiamo! hanno pensato di filmare le reazioni dei terremotati, per vedere fin dove arriva la pazienza!! Rido soddisfatta, mi aggiusto i capelli e mi guardo intorno, sentendomi improvvisamente osservata… “Dai, esci, lo so che ci sei!”.
No. Non è una candid. Mi sento tristemente sola. Guardo il calendario di Frate Indovino per vedere se ci sono indicazioni su come gestire il buzzico. Scopro che devo buttare la spazzatura in certi giorni a certe ore. Mi colpisce il fatto che si parla di orari per me impraticabili, tipo dalle 22,00. Quando sono già a letto: ultimamente sono sempre così stanca, ma così stanca… C’è stato un terremoto, mica niente.
Arriva un altro flash: io che, in pigiama, vestaglia e pantofole scendo giù col buzzico in mano. Scordatevelo. Non se ne parla. Continuo a leggere, c’è scritto qualcosa sul compostaggio. Il compostaggio? Ma veramente? La pressione mi sale e avrei voglia di farlo a qualcuno, il compostaggio. Scopro con uno sguardo disperato che se butto la spazzatura fuori orario verrò multata. E che, se non conservo bene il buzzico e non lo restituisco a fine comodato, verrò multata ugualmente. Lo metto sul tavolo, siamo già amici, mi guarda con aria soddisfatta. Lo odio. Poi mi faccio coraggio: “Forza, siamo molto fortunati ad avere la c.a.s.a,. In Irpinia stanno ancora nei container, mentre noi riusciamo a pensare alla raccolta differenziata! Forza Luisa, fai un piccolo sforzo di buona volontà!”.
Io lo sforzo lo faccio pure, ma il problema è proprio di natura fisica, è un problema materiale e concreto, cioè DOVE PIFFERO LO METTO IL BUZZICO? DOVE? DOVE? DOVE?
Passano i giorni. Il buzzico troneggia, lucido e pulito, in mezzo al stanza, sul tappeto, davanti al divano-letto. La testa non si rassegna: mi succede come a gatto Silvestro quando a destra compare un angelo e a sinistra un diavolo, avete presente? L’angioletto dice: forse questi del buzzico non sanno che le c.a.s.e. hanno tutte una camera-soggiorno-cucina! Forse questi del buzzico non sanno che moltissime non hanno neanche un balcone! ….Il diavoletto gli dà una martellata in testa e dice: “COME POSSONO NON SAPERLO? Saperlo è il loro lavoro, sono pagati per questo!”.
Dopo qualche giorno il buzzico è diventato il mio interlocutore preferito. Mi sembra enorme, gigantesco, spropositato! Un buzzico ideato per una villa con piscina, mi sembra. Faccio un tentativo: lo metto sulla cappa della cucina. Sporge un po’, poverino…. Non mi sembra un buon posto, il calore è troppo vicino… E il buzzico torna sul tappeto.
Provo a leggere di nuovo il calendario di Frate Indovino con le istruzioni. Che bella cosa, la raccolta differenziata, che grande civiltà, che grande progresso, che grande ecologia! …..MA PROPRIO DAI TERREMOTATI DOVEVA COMINCIARE TUTTO ‘STO SENSO CIVICO?
…..
Altro flash filmico.
Atmosfera dorata, tipo Mulino bianco.
Gli abitanti delle c.a.s.e  che si incontrano giù al parcheggio felici, ben vestiti, in una mano la ventiquattrore, nell’altra il sacchetto della raccolta differenziata. Vicino a loro camminano compunti due bambini con i capelli a caschetto, biondi, naturalmente. Reciproci saluti calorosi: “Buongiorno!!!!”… “Buongiorno a lei!!!“…. “Buon lavoro!!!!”….. “Altrettanto!!!”….. “I miei rispetti alla signora!!!”… Sorridono soddisfatti, esibendo il loro sacchetto dell’organico con la faccia di un boy scout dopo la buona azione quotidiana. Sotto alla scena filmica, una scritta scorrevole azzurra: “PERFINO I TERREMOTATI DELL’AQUILA FANNO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA! FALLA ANCHE TU!”….
Puff… Il flash scompare in una bolla di sapone.
E vedo noi. Noi delle c.a.s.e. NOI VERI.
Che la mattina ci salutiamo con un grugnito.
Incazzati.
Che abbiamo le facce da terremotati.
Che dormiamo ammucchiati, senza più privacy.
Che usciamo trasandati, con gli occhi abbottatti.
Anche noi col sacchetto della spazzatura in mano.
INDIFFERENZIATA, naturalmente.
Ognuno se lo carica in macchina, parte, e va a buttarla lontano, nei secchi che incontra sulla strada.
E quello che ti fa incazzare è che vorresti andare a buttarla sotto la casa di qualcuno.
QUI NON E’ ESATTAMENTE UN VILLAGGIO VALTOUR.
Fatelo voi il riciclaggio, FATELA VOI LA DIFFERENZIATA.
E mentre guido, col mio bravo sacchetto di spazzatura indifferenziata nel bagagliaio, mi domando: “Amici miei, fratelli di sventura…… voi dove avete messo il buzzico?”.
Leggende metropolitane dicono che molti lo hanno riposto, ben coperto, in qualche garage delle case rotte.
Altri lo hanno nascosto presso qualche amico fortunato che ha una casa. Qualcuno, purtroppo, lo ha dato in affidamento a parenti lontani, e ogni tanto telefona e chiede come sta.
Ma tanti, tantissimi, lo tengono in macchina, e la domenica lo usano per andare a togliere le macerie in piazza, fregandosene della multa.

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