Cagliari, SABATO 9 luglio a PARTIRE DALLE ORE 17,30, manifestazione
con inizio da Piazza Garibaldi. No Tav, No radar, No poligoni.
Tre sostantivi preceduti da una negazione. Sì, non vogliamo che venga
realizzata quell’opera faraonica, inutile e dispendiosa che va sotto il
nome di Tav, frutto di un gigantesco imbroglio. Un’ opera pensata e
progettata venti anni fa e ormai vecchia, visto che le merci che
viaggiano su quella tratta non aumentano ma diminuiscono; devastante per
un territorio particolarmente sensibile dal punto di vista ambientale e
paesaggistico e che si vuole portare avanti comunque ed a qualsiasi
costo contro gli interessi e il volere delle popolazioni che abitano
quelle valli. Un atto di imperio perpetrato da parte del governo
centrale e di buona parte delle opposizioni! Un atto di arroganza sorda e
cieca concretizzatasi nella militarizzazione di quella Valle e nell’
uso della violenza!
Ci chiediamo quanto possa durare questa militarizzazione! Non
possiamo non denunciare la cialtronaggine di chi, a parole, si dichiara
federalista, difensore delle “piccole patrie”, “ognuno padrone in casa
propria”, salvo poi comportarsi come il peggiore assertore di un governo
centralista, sordo alle istanze dei territori.
E dicendo No Tav non possiamo non dire No Radar.
No, perché non si riesce a comprendere l’utilità di questi aggeggi.
Noi crediamo che facciano un torto all’intelligenza del popolo sardo
coloro che ci ammanniscono la storiella “dell’avvistamento dei
clandestini” per giustificare l’installazione di questi ordigni, Noi
vogliamo che la Sardegna sia una terra di pace e non vogliamo che
venga ulteriormente militarizzata mediante l’installazione di nuovi
strumenti di guerra; tali noi consideriamo questi radar. Non
dimentichiamo, non vogliamo dimenticare, anzi abbiamo il dovere di
ricordare che, mentre si attrezza per impiantare questi aggeggi, lo
stato italiano, in combutta con altri, conduce una guerra di aggressione
contro una nazione che fino ad ieri veniva considerata “amica” ( la
Libia ) mentre continua a condurne un’altra in Afghanistan.
Stiamo ‘’scoprendo’’ ( in realtà si sa già da molto tempo! ) giorno
dopo giorno i disastri provocati da un poligono militare, quello di
Quirra, a persone, animali, acqua, aria e suolo, e siamo convinti che si
verrà informati solo su una piccolissima parte di quanto si nasconde,
già da diverso tempo, alla popolazione locale su quel territorio e su
tutti i territori sardi oggi occupati da basi o servitù militari. Per
questo diciamo NO A QUESTO E AGLI ALTRI POLIGONI MILITARI, utilizzati
per sperimentare armi e logistiche di guerra in Sardegna e nel resto del
mondo.
da http://www.democraziakmzero.org/2011/07/06/cagliari-no-tav-no-poligoni/
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