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“Appena i nostri interessi economici sono minacciati sembra che ci diamo ad una specie di distruzione irrazionale”. C’è una storia
a cui quasi tutti noi crediamo: che raggiunto un certo grado di
sviluppo economico-industriale, dobbiamo re-imparare il rispetto per la
natura. È vero che alcuni degli eccessi della prima età moderna – i
tentativi dei guardacaccia di uccidere tutte le specie in competizione,
la macellazione di massa da parte dei cacciatori bianchi nelle riserve,
l’estirpazione di siepi nei boschi antichi – sono diminuiti anche se si
continua a mangiare pesce in via di estinzione e ad acquistare legname
proveniente da foreste pluviali.
È anche vero che il denaro che è
destinato a progetti di conservazione è cresciuto in maniera rilevante
e che dedichiamo più tempo a guardare documentari sulla fauna selvatica
di quanto abbiamo mai fatto prima. Ma non appena ci accorgiamo che i
nostri interessi economici sono a rischio, la nostra guerra contro la
natura riprende.
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Il 2010 è l’Anno Internazionale della Biodiversità.
Così il Welsh Assembly Government ha colto l’occasione per lanciare un
progetto per sterminare il tasso in Inghilterrra. Potrà essere una
storia che ha dell’incredibile, ma è vero. Naturalmente non si pretende
di certo che questa storia abbia la stessa rilevanza della catastrofe
che ha colpito Haiti ma getta comunque una luce interessante (e
sinistra) sull’impulso dell’umanità a continuare la conquista della
natura e mostra come, anche se ammantate nel linguaggio della scienza,
le nostre relazioni con il mondo naturale sono ancora disciplinate
dall’irrazionalità e dalla superstizione.
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La scorsa settimana il ministro per gli affari rurali del Galles,
Elin Jones, ha annunciato quello che il suo governo chiama “un
provvedimento pro-attivo e non-selettivo sul tasso”, nel Galles
occidentale. Questo significa l’eliminazione della specie, che inizia
da quando i cuccioli escono fuori dalle proprie tane a maggio. Il
motivo? I tassi sarebbero portatori di un batterio che provoca la
tubercolosi bovina. Lo scopo dell’esperimento di genocidio è quello di
scoprire se il numero di vacche colpite dalla malattia si riduce quando
i tasso viene sterminato. Se funziona, il metodo può essere applicato
altrove.
Ma prima che l’esperimento abbia inizio, possiamo dire che si
tratta di uno spreco di tempo e di denaro.
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I ricercatori avevano già sterminati centinaia di tassi in 30 areee, ciascuna di 100 chilometri quadrati. Hanno scoperto che quando questi sono stati abbattuti in risposta alla comparsa di focolai locali di TB, lo sterminio abbia “aumentato, anziché ridotto” l’incidenza della malattia nei bovini: il livello di infezione è così aumentato di circa il 20%.
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Quando i tassi verrebbero invece uccisi in modo proattivo (abbattuti
ogni anno, indipendentemente dal fatto che i bovini siano stati
infettati), l’incidenza della tubercolosi all’interno della zona di
abbattimento sarebbe ridotta del 23% ma l’incidenza al di fuori di
essa è aumentata del 25%. La ragione è che l’ucciosione modifica il
comportamento dei tassi: tendono a spostarsi maggiormente per sfuggire
all’uccisione o per esplorare un nuovo territorio che gli si apre. I
costi economici dell’abbattimento proattivo, avrebbe rilevato lo
studio, sarebbero stati 40 volte superiori ai benefici apportati. :::::
C’è insomma una notevole
riluttanza ad accettare e abbracciare le scoperte scientifiche più
evidenti e provate”. Il governo gallese condivide questa sua
riluttanza. Annunciando la sua politica di sterminio la scorsa
settimana, Elin Jones ha sostenuto che la riforma sarebbe stata
effettuata in base ai “requisiti delineati dall’ Independent Scientific
Group”.Ma l’ISG non avrebbe potuto essere più chiaro: l’abbattimento
del tasso, di qualsiasi tipo, non funziona. I governi dovrebbero invece
fare di più per controllare il modo in cui gli animali verrebbero
allevati e trasferiti. Questo è stato un messaggio che gli agricoltori
e il governo gallese non hanno voluto ascoltare.
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Ma anche se lo sterminio ha funzionato, l’effetto
potrebbe essere sostenuto solo dall’uccisione dei tassi che ri-entrano
in una piccola area. Se lo stesso approccio venisse adottato in una
vasta area, il tasso si estinguerebbe non solo in tutta quella zona ma
anche in quelle limitrofe, perché i tassi si sposteranno in zone da cui
la specie è stata cancellata. Il risultato logico di questo approccio è
quello di sterminare il tasso in tutto il Regno Unito. Poiché ciò è
politicamente inaccettabile, l’esperimento gallese è dannoso oltre che
inutile. Questo stupido progetto tradisce un approccio al mondo
naturale che si addice non a caso ad un periodo di decadenza come il
nsotro. Dobbiamo ancora agire come se ci fosse stato concesso il
dominio sul mondo. Coloro che hanno un interesse economico sembrano
considerare tutte le specie come concorrenti o in conflitto con loro,
come se fossero una minaccia non solo per il loro reddito ma anche per
il loro potere. Si considera ancora il mondo naturale come usa e
getta: niente è prezioso, fonte di meraviglia che non possa essere
liquidato con denaro. Non sembra esserci nessun rammarico oltre il
quale ci si avventura, nessuna lezione che siamo disposti ad imparare
dal collasso ecologico che stiamo provocando.
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E’ difficile liberarsi da una visione di conquistori come questa del mondo, che
pone l’uomo al vertice della creazione, anche nella nazione più laica
sulla terra. Tutte le industrie cercano non solo il monopolio ma anche
la monocoltura: il dominio del paesaggio naturale o culturale. Questo è
ciò che George Orwell
intendeva quando ha osservato che “la fine logica del progresso
meccanico è di ridurre l’essere umano a qualcosa di simile a un
cervello in una bottiglia.” L’industria non tollera alcuna deviazione.
Questo sistema mira a diminuire sia la gamma delle esperienze umane sia
le meraviglie del mondo naturale, fino a che non si inseriscono nel
contenitore fatto apposta per loro. Potremmo perdere i tassi – fatta
eccezione per quelli che guardiamo alla TV nelle serate estive mentre
razzolano e giocano nel loro ambiente – ma la voglia di distruggerli
nasce dall’istinto patologico per il potere che ci priverebbe di
qualsiasi cosa.
E, oltre a tutte queste giuste riflessioni...povero tasso!
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