CAMPAGNA
ZONALE: “ADOTTA UN BUZZICO”
di
Luisa Nardecchia, 30 marzo
Tempo
fa me ne stavo nella c.a.s.a. cercando di far quadrare il cerchio,
quando si presentano due giovani sorridenti che gentilmente mi
consegnano un bel buzzico color marrone, mi dicono che si tratta della
raccolta differenziata dell’organico, mi consegnano un calendario tipo Frate
Indovino e mi fanno firmare un documento.
Quando
timidamente ho chiesto ai ragazzi: “Scusate, ma ora io questo dove lo
metto?” mi hanno guardata stupiti. “Come? Sul balcone!”. “Quale
balcone?” dico io. “Ah lei non ha un balcone?” “No! Esattamente come un
sacco di gente che abita nelle c.a.s.e.”, mi sento di precisare. “Allora
lo metta sotto al lavandino!”. “Ma sotto al lavandino c’è il fantastico
secchio della spazzatura miracolo della tecnologia, che quando apri lo
sportello si apre anche il coperchio! Lì ci va la spazzatura normale,
mica il buzzico dell’organico!”, dico io. “Lo metta a fianco al
secchio”. “Ma lì c’è posto solo per un paio di detersivi, non ci
entra!”. I due ragazzi iniziano a indietreggiare, azzardando, poverini,
qualche altro tentativo: “… Al bagno?”. “Ma se al bagno non c’è nemmeno
posto per il cesto dei panni sporchi, e devo tenerli in lavatrice!”.
Improvvisamente grondanti di sudore, i due battono in ritirata, sparando
le ultime cartucce: “…. Sul pianerottolo?”… “Sul pianerottolo ci sono
gli stendini con i panni, vi ho detto che non c’è il balcone, no? e ci
sono anche le dispense con i detersivi, mica vorrete che ce li teniamo
dentro, i vapori ci avvelenano! Se ci mettiamo anche il buzzico non si
passa piùùùùùùùùùùùùù!…”.
La
mia voce accompagna i ragazzi alle spalle, lungo tutte le scale. Resto
come una scema là in cima, finché non scompaiono all’orizzonte, come nei
finali di Charlie Chaplin.
E
così restiamo da soli. Io e il buzzico. Lo hanno lasciato in mezzo alla
stanza soggiorno-cucina-camera da letto. La prima cosa che mi
viene in mente è di agganciarlo a una corda e calarlo giù dalla finestra
e tenerlo appeso lì. Mi rendo conto che non sarà un bello spettacolo
per quelli che abitano sotto, ma che ci posso fare… anche io mi godo la
vista dell’antenna parabolica del vicino che troneggia davanti alla mia
finestra… No.. meglio evitare dai. Siamo fin troppo bravi a non
prenderci a coltellate per i posti auto, dobbiamo avere pazienza.
Evitiamo ok? C’è stato un terremoto no? Già, penso guardando il buzzico:
c’è stato un terremoto e questi mi portano il buzzico. Mi viene in
mente un flash: DOV’E’ LA TELECAMERA? Ma sì, ci sarà una telecamera
nascosta! Dev’essere così! Noi della generazione di Nanni Loy lo
sappiamo! hanno pensato di filmare le reazioni dei terremotati, per
vedere fin dove arriva la pazienza!! Rido soddisfatta, mi aggiusto i
capelli e mi guardo intorno, sentendomi improvvisamente osservata… “Dai,
esci, lo so che ci sei!”.
No.
Non è una candid. Mi sento tristemente sola. Guardo il calendario di Frate
Indovino per vedere se ci sono indicazioni su come gestire il
buzzico. Scopro che devo buttare la spazzatura in certi giorni a certe
ore. Mi colpisce il fatto che si parla di orari per me impraticabili,
tipo dalle 22,00. Quando sono già a letto: ultimamente sono sempre così
stanca, ma così stanca… C’è stato un terremoto, mica niente.
Arriva
un altro flash: io che, in pigiama, vestaglia e pantofole scendo giù
col buzzico in mano. Scordatevelo. Non se ne parla. Continuo a leggere,
c’è scritto qualcosa sul compostaggio. Il compostaggio? Ma
veramente? La pressione mi sale e avrei voglia di farlo a qualcuno, il
compostaggio. Scopro con uno sguardo disperato che se butto la
spazzatura fuori orario verrò multata. E che, se non conservo bene il
buzzico e non lo restituisco a fine comodato, verrò multata ugualmente.
Lo metto sul tavolo, siamo già amici, mi guarda con aria soddisfatta. Lo
odio. Poi mi faccio coraggio: “Forza, siamo molto fortunati ad avere la
c.a.s.a,. In Irpinia stanno ancora nei container, mentre noi riusciamo a
pensare alla raccolta differenziata! Forza Luisa, fai un piccolo sforzo
di buona volontà!”.
Io
lo sforzo lo faccio pure, ma il problema è proprio di natura fisica, è
un problema materiale e concreto, cioè DOVE PIFFERO LO METTO IL
BUZZICO? DOVE? DOVE? DOVE?
Passano
i giorni. Il buzzico troneggia, lucido e pulito, in mezzo al stanza,
sul tappeto, davanti al divano-letto. La testa non si rassegna: mi
succede come a gatto Silvestro quando a destra compare un angelo e a
sinistra un diavolo, avete presente? L’angioletto dice: forse questi del
buzzico non sanno che le c.a.s.e. hanno tutte una
camera-soggiorno-cucina! Forse questi del buzzico non sanno che
moltissime non hanno neanche un balcone! ….Il diavoletto gli dà una
martellata in testa e dice: “COME POSSONO NON SAPERLO? Saperlo è il loro
lavoro, sono pagati per questo!”.
Dopo
qualche giorno il buzzico è diventato il mio interlocutore preferito.
Mi sembra enorme, gigantesco, spropositato! Un buzzico ideato per una
villa con piscina, mi sembra. Faccio un tentativo: lo metto sulla cappa
della cucina. Sporge un po’, poverino…. Non mi sembra un buon posto, il
calore è troppo vicino… E il buzzico torna sul tappeto.
Provo
a leggere di nuovo il calendario di Frate Indovino con le
istruzioni. Che bella cosa, la raccolta differenziata, che grande
civiltà, che grande progresso, che grande ecologia! …..MA
PROPRIO DAI TERREMOTATI DOVEVA COMINCIARE TUTTO ‘STO SENSO CIVICO?
…..
Altro flash filmico.
Atmosfera
dorata, tipo Mulino bianco.
Gli
abitanti delle c.a.s.e che si incontrano giù al parcheggio felici, ben
vestiti, in una mano la ventiquattrore, nell’altra il sacchetto della
raccolta differenziata. Vicino a loro camminano compunti due
bambini con i capelli a caschetto, biondi, naturalmente. Reciproci
saluti calorosi: “Buongiorno!!!!”… “Buongiorno a lei!!!“…. “Buon
lavoro!!!!”….. “Altrettanto!!!”….. “I miei rispetti alla signora!!!”… Sorridono
soddisfatti, esibendo il loro sacchetto dell’organico con la
faccia di un boy scout dopo la buona azione quotidiana. Sotto alla scena
filmica, una scritta scorrevole azzurra: “PERFINO I TERREMOTATI
DELL’AQUILA FANNO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA! FALLA ANCHE TU!”….
Puff…
Il flash scompare in una bolla di sapone.
E
vedo noi. Noi delle
c.a.s.e. NOI VERI.
Che
la mattina ci salutiamo con un grugnito.
Incazzati.
Che
abbiamo le facce da terremotati.
Che
dormiamo ammucchiati, senza più privacy.
Che
usciamo trasandati, con gli occhi abbottatti.
Anche
noi col sacchetto della spazzatura in mano.
INDIFFERENZIATA,
naturalmente.
Ognuno
se lo carica in macchina, parte, e va a buttarla lontano, nei secchi
che incontra sulla strada.
E
quello che ti fa incazzare è che vorresti andare a buttarla sotto la
casa di qualcuno.
QUI NON E’ ESATTAMENTE UN VILLAGGIO VALTOUR.
Fatelo
voi il riciclaggio, FATELA VOI LA DIFFERENZIATA.
E
mentre guido, col mio bravo sacchetto di spazzatura indifferenziata nel
bagagliaio, mi domando: “Amici miei, fratelli di sventura…… voi dove
avete messo il buzzico?”.
Leggende
metropolitane dicono che molti lo hanno riposto, ben coperto, in
qualche garage delle case rotte.
Altri
lo hanno nascosto presso qualche amico fortunato che ha una casa.
Qualcuno, purtroppo, lo ha dato in affidamento a parenti lontani, e ogni
tanto telefona e chiede come sta.
Ma tanti, tantissimi, lo tengono in macchina, e la domenica lo
usano per andare a togliere le macerie in piazza, fregandosene della
multa.
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